Decompressione midollare per mielopatia cervicale
Cos'è e a cosa serve
La decompressione cervicale per via posteriore serve ad allargare il canale vertebrale, che accoglie e protegge il midollo. Si deve eseguire quando questo canale, per fenomeni artrosici, si è ridotto di diametro e causa compressione e danno sul midollo spinale (mielopatia).
Esistono diverse tecniche per ottenere il risultato. La più antica ed usata è la laminectomia, cioè l’asportazione completa della lamina. Una sua evoluzione si ebbe negli anni ottanta, con l’avvento delle tecniche di “laminoplastica open door”. In questo caso non si asporta osso, ma lo si spezza e lo si piega per ottenere piu spazio. La tecnica da me usata è principalemente la emilaminectomia monolaterale con decompressione sottospinosa bilaterale, che non danneggia gran parte delle strutture articolari delle vertebre cervicali.
La decompressione cervicale per via posteriore serve ad allargare il canale vertebrale, che accoglie e protegge il midollo. Si deve eseguire quando questo canale, per fenomeni artrosici, si è ridotto di diametro e causa compressione e danno sul midollo spinale (mielopatia).
Esistono diverse tecniche per ottenere il risultato. La più antica ed usata è la laminectomia, cioè l’asportazione completa della lamina. Una sua evoluzione si ebbe negli anni ottanta, con l’avvento delle tecniche di “laminoplastica open door”. In questo caso non si asporta osso, ma lo si spezza e lo si piega per ottenere piu spazio. La tecnica da me usata è principalemente la emilaminectomia monolaterale con decompressione sottospinosa bilaterale, che non danneggia gran parte delle strutture articolari delle vertebre cervicali.
Cosa si fa durante l'intervento
L’intervento viene condotto sempre in anestesia generale. Attraverso un'incisione lineare, eseguita nella porzione posteriore del collo, si raggiungono le vertebre. Si procede quindi a creare una fenestrazione ed un assottigliamento dell’osso, mediante delle microfrese, sino a quando il midollo non ottiene lo spazio necessario. I tempi: intervento, in ospedale, a casa
L’intervento ha una durata variabile dai sessanta ai centoventi minuti. Il post-operatorio è gravato da un dolore abbastanza intenso, per cui il paziente rimane ricoverato tre o quattro giorni per la gestione del dolore. La persona operata si alza il giorno dopo l’intervento portando un collarino cervicale morbido, che dovrà indossare per un paio di settimane. I sintomi che erano presenti prima dell’intervento, soprattutto i disturbi nel camminare, sono di solito presenti anche nell’immediato post-operatorio, e migliorano dopo qualche settimana. L’intervento blocca l’avanzata della malattia, cioè la progressiva paralisi verso la quale il paziente sta andando, ma non tutti i disturbi migliorano. |
Rischio della procedura e tasso di successo
E’ una procedura a medio-alto rischio di complicanze, legate all’età media del paziente che spesso è elevata e alla delicatezza del midollo spinale che viene decompresso. Si può avere, dopo l’intervento, una paralisi al sollevamento del braccio (3%), sostenuta da uno stiramento di un nervo. Più raro, ma temibile, è un danno al midollo che porta a paresi piu o meno marcata, con un tasso di 0,7%.
E’ una procedura a medio-alto rischio di complicanze, legate all’età media del paziente che spesso è elevata e alla delicatezza del midollo spinale che viene decompresso. Si può avere, dopo l’intervento, una paralisi al sollevamento del braccio (3%), sostenuta da uno stiramento di un nervo. Più raro, ma temibile, è un danno al midollo che porta a paresi piu o meno marcata, con un tasso di 0,7%.