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Decompressione vertebrale per stenosi lombare

Cos'è e a cosa serve

E’ un intervento eseguito per curare la stenosi del canale vertebrale lombare. Si esegue mediante un'incisione della cute la cui dimensione varia dai quattro ai dieci centimetri, a seconda dell’estensione della problematica da curare.

E’ una tecnica antica, che risale agli inizi del ‘900 e che negli anni si è profondamente modificata. Dalle iniziali laminectomie demolitive, che richiedevano un busto gessato dopo l’intervento e riposo a letto per settimane, si è arrivati alle attuali microlaminectomie e alle più recenti tecniche monolaterali con decompressione bilaterale.

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Laminectomia classica E' rimossa una grande parte della vertebra per poter decomprimere le strutture neurologiche
Cosa si fa durante l'intervento

Adesso, come nel '900, l’obiettivo è quello di decomprimere le radici dei nervi spinali che sono compresse dall’abnorme crescita di osso e legamento a causa dell’artrosi. Con le attuali tecniche, rese possibili dall’avvento del microscopio chirurgico e della nuova strumentazione di sala operatoria, si è riusciti a ridurre il tempo dell’operazione ed enormemente quello della convalescenza nonchè i rischi operatori. Personalmente io utilizzo l’approccio monolaterale con decompressione bilaterale in tecnica microrchirurgica. E’ questa una complessa tecnica chirurgica che permette di ridurre della metà l’aggressione chirurgica alla colonna, rispetto ai più comuni approcci di microlaminectomia.

Anestesia spinale

Come per l’intervento per ernia del disco, di solito si può operare il paziente in anestesia spinale, che permette di controllare meglio il dolore post-operatorio e dà la possibilità di operare anche persone cosiddette “a rischio” per un’anestesia generale.

I tempi: intervento, decorso post-operatorio e convalescenza

L’intervento ha una durata variabile dai quarantacinque minuti alle due ore nella maggioranza delle situazioni, ma nei casi piu complessi possono rendersi necessarie anche quattro o sei ore (in questi ultimi casi si deve operare in anestesia generale).

Di norma, il giorno successivo all’intervento viene rimosso il drenaggio dalla ferita ed il paziente viene fatto alzare. Il ricovero ospedaliero va dai tre ai sette giorni, a seconda della complessità. Dopo due o tre settimane dall’intervento, il paziente è autonomo nel muoversi e nel compiere le normali attività, anche se la guarigione può richiedere fino ad un paio di mesi per completarsi.

Rischi della procedura e tasso di successo

L’intervento chirurgico riesce a risolvere la claudicatio spinale con tassi di successo che arrivano all’85%. Si tratta di una percentuale molto elevata, se si considera che l’età media del paziente è di solito settant'anni e sono spesso presenti fattori di rischio elevati come diabete, neuropatia, cardiopatie.

I rischi più frequenti sono una rottura del sacco che raccoglie i nervi (dura madre) con perdita di liquor dalla ferita chirurgica, che richiede un nuovo intervento per correggerla (un caso su novanta). La lesione di una o piu radici nervose, con successiva zoppia (non sedia a rotelle), è stimata in un caso su quattrocento.

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Nell’approccio monolaterale con decompressione bilaterale, l’aggressione chirurgica è ridotta della metà rispetto all’intervento tradizionale
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Per appuntamenti 345 0217212
Modena, Mantova

 
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